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CONSIDERAZIONI

IL DILEMMA FILOSOFICO PER UN ALLENATORE DI CALCIO: TEORIA RIDUZIONISTA vs SISTEMICA?

SI DIBATTE SEMPRE SULL’APPROCCIO FILOSOFICO CHE DEVE INTRAPRENDERE UN ALLENATORE DI CALCIO NELL’ALLENARE LA PROPRIA SQUADRA

Nel contesto del calcio moderno, la scelta tra un approccio riduzionista e uno sistemico-complesso per un allenatore di calcio può influenzare notevolmente il modo in cui una squadra si avvicina al gioco. Ad esempio, consideriamo il caso del Cholismo di Simeone all’Atletico Madrid. Questo approccio si è dimostrato incredibilmente efficace nel garantire solidità difensiva e resilienza emotiva alla squadra, portandola a raggiungere risultati straordinari anche contro avversari teoricamente più forti. Allo stesso modo, la Juventus di Allegri ha basato il suo successo su una solida organizzazione difensiva e sull’efficacia nello sfruttare le situazioni di palla inattiva, dimostrando come un approccio riduzionista possa essere altamente efficace nel raggiungere gli obiettivi prefissati.

Esistono anche esempi di successo dell’approccio SISTEMICO-COMPLESSO. Guardiola è noto per il suo gioco di possesso palla e per la sua filosofia votata all’attacco, che ha portato a risultati spettacolari con Barcellona, Bayern Monaco e Manchester City. La sua capacità di creare squadre fluide e interconnesse, in cui ogni giocatore contribuisce al successo collettivo, è un esempio lampante di come l’approccio sistemico-complesso possa portare a prestazioni di alto livello.

Oltre a questi casi è importante considerare anche le sfide e le limitazioni di ciascun approccio. Ad esempio, mentre un approccio riduzionista può essere efficace nel fornire una struttura chiara e facilmente comprensibile ai giocatori, può anche limitare la loro creatività e capacità di adattamento a situazioni inaspettate durante la partita. Un approccio sistemico-complesso, invece, può essere più difficile da implementare e richiede un maggiore grado di coordinazione e comprensione tattica da parte dei giocatori, ma può portare ad un gioco più fluido e imprevedibile che mette in difficoltà gli avversari.

LE IMPLICAZIONI A LUNGO TERMINE PER UN ALLENATORE DI CALCIO

E’ importante considerare gli effetti a lungo termine di ciascuna metodologia di allenamento; le decisioni prese da parte di un allenatore di calcio riguardo al metodo possono avere un impatto significativo sullo sviluppo e sul successo a lungo termine della squadra.

L’approccio RIDUZIONISTA che si concentra su aspetti quantitativi come il rendimento fisico e il numero di gol segnati può portare ad una squadra che gioca un calcio efficace, ma mancare di creatività e flessibilità tattica. Nel tempo, questo potrebbe rendere la squadra più prevedibile per gli avversari e limitare le possibilità di successo a lungo termine ed impattare anche sulla creatività stessa dell’allenatore di calcio.

D’altra parte, un approccio sistemico-complesso che mette in rilievo lo sviluppo delle capacità tecniche, tattiche e decisionali dei giocatori potrebbe richiedere più tempo e risorse per implementare, ma potrebbe portare a una squadra più adattabile e creativa sul campo. Nel tempo, questo potrebbe tradursi in un gioco più attraente e in una maggiore capacità di competere a livello internazionale.

Inoltre, è importante considerare l’impatto psicologico delle diverse metodologie di allenamento sui giocatori. Un approccio riduzionista che si concentra esclusivamente sui risultati e sulle prestazioni individuali potrebbe portare a un clima di stress e pressione eccessivi anche per l’allenatore di calcio, con conseguenti rischi per l’equilibrio mentale dei giocatori. A differenza, un approccio sistemico-complesso (idea promossa fortemente da Filippo Galli) promuove il lavoro di squadra, la fiducia e lo sviluppo personale potrebbe contribuire a creare un ambiente più positivo e motivante per i giocatori nel lungo periodo.

Entrambi gli approcci hanno i propri vantaggi e limitazioni, e la scelta tra i due dipende da una serie di fattori, tra cui le preferenze personali dell’allenatore di calcio, le caratteristiche della squadra e il contesto competitivo in cui si trova.

Tuttavia, ciò che emerge chiaramente è l’importanza di trovare un equilibrio tra pragmatismo e creatività, tra struttura e flessibilità.

Un approccio riduzionista può fornire una base solida e pragmatica per la squadra, mentre un approccio sistemico-complesso può stimolare la creatività e la flessibilità dei giocatori. La chiave del successo per un allenatore di calcio sta nell’ adattare le esigenze specifiche della squadra e dei giocatori, rispetto all’idea di gioco.

Per quanto mi riguarda questo sport è ricco di sfumature e interpretazioni, e credo che non esista una risposta universale ma… Devo ammettere che nelle mie esperienze l’approccio SISTEMICO-COMPLESSO porta grandi risultati riguardo la conoscenza didattica del giocatore durante il suo processo di crescita. Questa filosofia aiuta i calciatori a poter riconoscere le situazioni reali di gioco ma aiuta anche noi allenatori a cercare di migliorare costantemente la proposta e l’evoluzione del nostro modello di gioco.

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CORSI UEFA

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, PERCHE’ I CORSI UEFA NON SI SVOLGONO ONLINE

UNA QUESTIONE DI PRATICITA’ E COMPLESSITA’ NEL PERCORSO SU COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO

Nell’epoca digitale in cui viviamo, la tecnologia ha reso possibile l’accesso a un’ampia varietà di risorse educative, trasformando radicalmente il modo in cui apprendiamo e acquisiamo competenze. Tuttavia, ci sono ambiti in cui l’apprendimento online non può sostituire l’esperienza pratica e l’interazione diretta, tra questi il percorso pratico su come diventare allenatore di calcio.

La presenza fisica e l’esperienza sul campo sono fondamentali per lo sviluppo delle competenze degli allenatori. I corsi UEFA che consentono di capire come diventare allenatore di calcio professionista o quantomeno qualificato rappresentano un chiaro esempio di questa necessità di interazione diretta e di esperienza pratica. In questo articolo, esploreremo nel dettaglio le ragioni per cui i corsi UEFA non possono svolgersi online e l’importanza della presenza fisica e dell’interazione diretta per la formazione degli allenatori di calcio.

Ci sono quattro motivi che la UEFA chiarisce sul perché i corsi non possono svolgersi online:

ELEMENTO PRATICO E FISICO

Uno degli aspetti fondamentali dell’allenamento nel calcio è l’aspetto pratico e fisico. Gli allenatori devono non solo comprendere le tattiche e le strategie di gioco, ma anche essere in grado di farle mettere in pratica sul campo. Questo richiede una comprensione approfondita delle dinamiche del gioco e delle abilità motorie necessarie per eseguire le azioni sul campo, utili per capire come diventare allenatore di calcio qualificato. Senza la possibilità di svolgere queste attività in un ambiente fisico, la formazione online sarebbe limitata e inefficace nel fornire una preparazione adeguata che ha come obiettivo di far capire agli studenti come diventare allenatore di calcio in maniera pratica.

INTERAZIONE E FEEDBACK DIRETTO

Un aspetto essenziale dell’apprendimento nell’ambito dell’allenamento di calcio è l’interazione diretta con gli istruttori e gli altri partecipanti al corso. Durante le sessioni di formazione in presenza, gli allenatori possono porre domande, discutere le idee e ricevere feedback immediato dai loro istruttori e dai colleghi. Questo scambio di informazioni e esperienze è essenziale per un apprendimento completo e significativo, e sarebbe difficile replicarlo in un ambiente online.

SIMULAZIONI DAL VIVO

I corsi UEFA di allenatore di calcio spesso includono sessioni pratiche, laboratori e simulazioni dal vivo per consentire agli allenatori di mettere in pratica ciò che hanno imparato e affinare le proprie abilità. Queste attività aiutano a comprendere al meglio come diventare allenatore di calcio attraverso l’utilizzo di attrezzature specifiche, l’organizzazione di esercitazioni sul campo e la supervisione diretta degli istruttori. Senza la possibilità di partecipare a queste attività in presenza, i corsi online non sarebbero in grado di fornire un’esperienza di apprendimento completa e autentica.

come diventare allenatore di calcio

LA PRESENZA FISICA AIUTA NEL PROCESSO PER CAPIRE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO QUALIFICATO!

ESAMI PRATICI E VALUTAZIONI SUL CAMPO

I corsi UEFA di allenatore di calcio includono spesso esami pratici e valutazioni sul campo per testare le competenze e le capacità degli allenatori in formazione. Queste valutazioni richiedono la presenza fisica degli allenatori per dimostrare le loro abilità nell’ambiente reale del campo da gioco. Senza questa componente pratica, gli esami online non sarebbero in grado di valutare in modo accurato le competenze degli allenatori e garantire la qualità e l’affidabilità della certificazione UEFA. A riguardo effettuo un servizio di consulenza che aiuta gli allenatori ad ottenere il patentino di allenatore di calcio in Spagna!

Mentre l’apprendimento online ha rivoluzionato molti settori, i corsi UEFA di allenatore di calcio richiedono ancora la presenza fisica e l’interazione diretta per fornire un’esperienza di formazione completa ed efficace. L’impossibilità di replicare completamente queste esperienze pratiche e interattive online rende attualmente inadeguata la formazione a distanza nel contesto degli allenamenti. La formazione online potrebbe integrare i corsi tradizionali, ma non sostituirli completamente.

Nonostante sono totalmente d’accordo sull’evoluzione tecnologica e della formazione online, penso che la frequenza fisica a questi corsi sia d’obbligo per capire, in modo efficace, come diventare allenatore di calcio.

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IL PERCORSO DI SP

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO. CAPITOLO 7: DOTTORE, IL GRANDE GATSBY

UN TRAGUARDO IMPORTANTE MA CHE NULLA AVEVA A CHE VEDERE COL PERCOSO IN MERITO A COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO… 

Novembre 2014. Era arrivato anche il mio momento per laurearmi, dopo aver messo in piedi un piano ad hoc per arrivare a quell’obiettivo raggiunto con tutti i rischi del caso. Anni fa i laureandi della triennale di economia presso l‘Università degli Studi di Parma non dovevano effettuare la classica tesi ma bensì scegliere un argomento di studio con annessa categoria e commissione di laurea dove c’era il corrispondente “relatore”. Bisognava studiarlo ed esporlo alla commissione davanti a tutti i parenti ed amici, un ulteriore esame dove anche lì non c’erano tante vie di scampo se la professione fosse stata inappropriata. Dovevo scegliere la commissione e venendo dal percorso di marketing non avevo molte opzioni. 

Come ho scelto? 

• Ho preso informazioni sulla difficoltà e lunghezza degli argomenti 

• Ho studiato le commissioni e i professori 

• Ho analizzato quale argomento fosse studiabile in 20 giorni.

Ma in quanto tempo tutto ciò? Quando ancora mi mancavano 4 esami!

L’ essere analitico e la preparazione alle sfide hanno sempre caratterizzato il mio approccio al lavoro essendo utile sul come diventare allenatore di calcio. Per fortuna che in quel periodo avevo molte conoscenze e feedback quindi scelsi un argomento studiabile in 20 giorni. Ed ecco di nuovo il rischio e il senso di pericolo, togliere dei capitoli il giorno della discussione dell’argomento immaginate che figura se avessi fatto scena muta o tergiversato davanti alla commissione. Non era il mio caso. Analizzai quale fosse l’ordine di esposizione dei candidati e in che posizione fossi; da lì scindere alunno con professore della commissione e le probabilità di domande. Io ero l’ultimo, un’ottima notizia dopo capirete il perché…

In tutto ciò bisognava preparare la festa! Il primo della “dinastia” Pellegrino a laurearsi, dovevano esserci tutti soprattutto i più stretti e non solo. Non ci si laurea tutti i giorni d’altronde. Una sera guardai il Grande Gatsby e da lì l’ispirazione: la mia festa la chiamai DOTTORE, IL GRANDE GATSBY. Addirittura avevo creato l’evento su Facebook, invitando un po’chiunque conoscessi. 

La discussione si avvicinava e di solito andavo a ripetere al Parco Ducale di Parma. Due giorni prima andai lì ma ero un pochino nervoso, si mise anche a diluviare e sentivo un po’ di pressione che non avevo mai sentito prima. Per scacciarla pensai: “Dopo dovrò pensare a come diventare allenatore di calcio”. Decisi anche di cosa parlare nel caso in cui la professoressa mi avesse chiesto uno di quei capitoli che avevo tagliato, ripetendo tranquillamente solo ciò che sapevo tanto chi guardava cosa ne poteva sapere…

Arriva il giorno della discussione. Tutti in aula ed io ero l’ultimo della lista sul mio argomento e poi c’erano altri dopo ma la cosa non mi interessava. Mi isolai in fondo l’aula per trovare la concentrazione, ascoltando poco chi discuteva l’argomento. Eppure ad un certo punto, al collega prima di me gli vennero chiesti proprio quei capitoli da me tagliati e pensai: “ A me allora non li chiede” E così fu! 

Quando mi chiamarono e la professoressa mi chiese da dove volessi iniziare capì che ormai era solo una formalità. Condussi io la commissione e li portai esattamente dove volevo per questo sembrò una chiacchierata al bar. Fu la miglior esposizione del pomeriggio. Al termine tanti abbracci e complimenti da parte di chiunque fosse lì.

Mi travestirono come da tradizione e poi in giro per la città con una bottiglia di vino rosso legata alla mano. Festeggiamenti per un giorno intero e la sera, dopo aver congedato i miei parenti, di nuovo con gli amici fino a tarda notte. Non è questo il contesto per raccontare i dettagli della festa ma fu epica, chi partecipò ne parla ancora oggi!

Allenatore di calcio

QUALI ANALOGIE CI FURONO SUL COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO PROFESSIONISTA?

Se penso agli esami penso alle partite di coppa e se penso alla laurea penso ad una finale. Bisogna conoscere più informazioni possibili del tuo “rivale” e quello era un modo inconscio stavo lavorando su come diventare allenatore di calcio ma non me ne rendevo conto. L’esperienza universitaria mi ha insegnato l’approccio agli eventi importanti esattamente quando bisogna preparare le partite di campionato o coppa. Ma in quel momento mi sentivo più il Grande Gatsby senza pensare molto a come diventare allenatore di calcio…

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CONSIDERAZIONI

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, LE DIFFICOLTA’ IN ITALIA

UNA PROBLEMATICA DI TANTI GIOVANI (E NON SOLO) CHE VOGLIONO SAPERE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO ED OTTENERE I PATENTINI.

Tra le domande più gettonate quando si vuole intraprendere il percorso da allenatore di calcio troviamo: COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO? Cosa devo fare per iniziare? Oppure quali sono gli step?

La risposta è molto semplice ovvero bisogna frequentare i corsi UEFA per ottenere il patentino di allenatore di calcio in modo da poter ottenere un tesseramento e un contratto con questo ruolo. Un piccolo recap di come sono organizzate le licenze;

LICENZE NON PROFESSIONISTICHE:

  • UEFA D;
  • UEFA C;
  • UEFA B.

LICENZE PROFESSIONISTICHE:

  • UEFA A;
  • UEFA PRO.

Proviamo ad elencare le problematiche sul come diventare allenatore di calcio in Italia.

allenatore di calcio

L’ACCESSO AI CORSI UEFA

Il primo grande problema in Italia riguarda l’accessibilità a questi corsi. Come ben sappiamo, chi ha avuto una carriera da calciatore professionista ha il vantaggio di poter conseguire facilmente queste licenze. Perché? Il sistema italiano della FIGC stipula una graduatoria con dei coefficienti volti a favorire coloro che hanno avuto una carriera da calciatore.

Cosa significa? Prendo il mio esempio. Avendo giocato al massimo in categorie inferiori alla promozione, tutti quelli che hanno svolto almeno un campionato superiore al mio mi sarebbero passati davanti. Nonostante una laurea alla magistrale, il mio punteggio sarebbe stato molto basso per accedere almeno al corso per il patentino di allenatore di calcio UEFA C. Immaginate quindi per scalare ed arrivare ai corsi professionali.

LA NOSTRA CULTURA: CHIUSURA ED INCOMPETENZA

Purtroppo siamo ancora un paese per vecchi e non mi riferisco solo al settore calcio. L’età media della classe dirigente nelle aziende italiane è tendenzialmente alta, quindi poco avvezza all’aggiornamento e alle nuove tecnologie o tendenze.

Un giovane allenatore con idee fresche o con un’esperienza all’estero può essere visto come una minaccia e non come un valore aggiunto. Le parti più preoccupanti riguardano:

  • l’incompetenza di alcuni dirigenti che si ritrovano con cariche importanti e non hanno idea di cosa dovrebbero fare oppure fanno finta sapere;
  • Il non voler nemmeno ascoltare o confrontarsi con chi ha un’esperienza professionale diversa.

SE NON HAI UN NETWORK NON SEI NESSUNO

Il calcio, specialmente in Italia, è un mondo fatto di conoscenze. Purtroppo avere un background importante e delle ottime idee non basta. Per avere l’attenzione di Allenatori professionisti, dirigenti importanti o presidenti bisogna citare dei nomi di persone di questo mondo che si conoscono. Ma anche in questo caso, bisogna stare attenti nel dire chi si conosce perché magari quelle persone non sono in buoni rapporti.

MA ALLORA COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO?

Bisogna inevitabilmente tenere in considerazione questi aspetti. I miei inizi sul come diventare allenatore di calcio professionista dimostrano che il percorso di esplorazione e conoscenza è molto più lungo di quanto si possa immaginare.

Innanzitutto se non hai un patentino da allenatore di calcio e una base di esperienze sarà complicato iniziare ad intraprendere una strada. Mi ero reso conto velocemente della situazione quindi non ho avuto nessun dubbio nel cominciare il percorso formativo da allenatore di calcio all’estero perché almeno questo mi avrebbe dato una base.

Le relazioni sono importantissime! Quando mi scrivono giovani ragazzi che vogliono sapere come diventare allenatore di calcio, il consiglio che do è quello di creare una rete di conoscenze.

Poi la differenza la fa quanto si è determinati. Emergere specialmente in questo mondo non è semplice e di ciò me ne sono reso conto solamente negli ultimi anni.

La fame e la consapevolezza sono aspetti che mi hanno portato ad ottenere importanti traguardi non tanto come risultati sportivi ma la possibilità di essermi avvicinato a quelle persone che fino a qualche anno fa sembravano irraggiungibili per me.

Se solo avessi avuto questi consigli tanti anni fa, mi sarei mosso con ulteriore anticipo rispetto a quando ho effettivamente iniziato nel capire come diventare allenatore di calcio qualificato.

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IL PERCORSO DI SP

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO CAPITOLO 6: VENTIQUATTORDICI PARTE 4: L’ULTIMO ESAME

L’ULTIMO ESAME DI MARKETING E’ STATO UTILE PER CAPIRE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO

Dopo aver superato l’esame nella sessione di settembre, avevo ottenuto il diritto ad accedere all’appello straordinario per i laureandi di novembre. 

Manca quindi l’ultimo step, l’esame di marketing operativo. La modalità è molto chiara: 5 domande aperte, 20 minuti per scrivere più cose possibili (possibilmente corrette). Prof. Cristini era pragmatico ed inconsciamente mi portai tale pragmaticità nel mio percorso sul capire come diventare allenatore di calcio. 

Arrivai all’appello un po’ “tirato” del punto di vista delle energie mentali ed era abbastanza comprensibile, considerando il piano che avevo programmato ad inizio 2014. Per fortuna avevo dalla mia quasi un mese di tempo e la volontà di chiudere il percorso. L’obiettivo era ormai a pochi passi. 

Ricordo che volli un po’ isolarmi da tutto per trovare la giusta concentrazione quindi preferì studiare a casa piuttosto che andare in biblioteca dove la distrazione era dietro l’angolo. Non avevo tanto materiale da studiare ma più passavano i giorni più la pressione aumentava. Gestire la pressione, un ottimo modo di farlo soprattutto se volevo capire come diventare allenatore di calcio. Ma in quel momento ero inconsciamente consapevole che avrei scelto quel percorso. 

Uno dei ricordi del contesto universitario era quello di confrontarsi con chi doveva o aveva sostenuto un esame. Infatti ero sempre informato sulla modalità d’esame, andando a capire nei dettagli e stimare le possibili domande . Un approccio quasi maniacale che mi porto tutt’ora e mi ha aiutato nel capire come diventare allenatore di calcio professionista. Ammetto che cercavo degli stratagemmi per studiare il giusto senza perdere troppo tempo, faccio un esempio: esame su 10 capitoli verificavo la frequenza delle domande su quelli proposti nelle sessioni precedenti quindi quelle mai chieste o con meno frequenza le tagliavo. Un rischio? Sì ma quel brivido l’ho sempre portato nelle mie esperienze professionali e non. E poi non sono mai stato un grande studioso.

E quindi anche per l’esame decisivo studiai quello che c’era da studiare, il necessario. Sapevo che per arrivare al 18 bastava rispondere bene a 3 domande su 4. Sarebbe stata una sfortuna incredibile che alla sessione straordinaria il prof. Cristini avrebbe chiesto proprio quegli argomenti da me tralasciati. Nella preparazione, volevo sapere anche i comportamenti dei professori. Presi tante informazioni sul prof. era troppo importante quell’esame dopo tutti gli sforzi fatti e avevo capito bene a quali argomenti era più “affezionato”. Continuavo in maniera inconscia a prepararmi per affrontare il percorso su come diventare allenatore di calcio professionista…

ALLENATORE DI CALCIO

Arriva il giorno dell’ultimo esame. Pochi iscritti eravamo forse in 10, aula piccola e possibilità di comunicazione tra i partecipanti azzerata. Entrò Cristini, ci consegna i fogli e spiega che data l’urgenza, avrebbe fatto il prima possibile per effettuare la correzione dei compiti. Nella mia testa dicevo: “dai prof. fai il bravo” Prima domanda, presa. Seconda domanda, presa. Pensai, “Bene Prof, continua così”. Terza domanda, presa. Lì avevo sorriso sapevo che ormai era fatta. Quarta domanda, non presa benissimo ma nemmeno male. Quinta domanda, presa. È fatta. Uscì consapevole che mi sarei laureato da lì a 20 giorni ma c’era bisogno dell’ufficialità.

Chiamai casa e poi degli amici per vedersi, scaricare la tensione e attendere… Dopo due ore, notifica sul telefono: “SEGRETERIA STUDENTI”. Pubblicazione voto appello sessione d’esame straordinaria: 25/30. Il resto è storia.

STAVO INCONSCIAMENTE CAPENDO COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO

Sembra una considerazione folle o senza senso ma invece aveva una logica. In cosa? Lo studio del rivale in quel caso dei prof. Di tendenza sono sempre stato meticoloso nel lavoro e andare a ricercare il dettaglio che potesse fare la differenza. Ho sempre trovato di grande utilità studiare il rivale per poter preparare al meglio la sfida perché ti porta dei vantaggi.

Lo studio analitico di cosa mi aspettava il giorno dell’esame era il preludio a qualcosa di più grande che poi si è verificato col tempo portandomi nel percorso sul come diventare allenatore di calcio.

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IL PERCORSO DI SP

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO CAPITOLO 5: VENTIQUATTORDICI PARTE 3: NO COMIZI

UN’IMPORTANTE “LEZIONE” CHE MI HA AIUTATO A CAPIRE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO

Completati gli esami e finito il mondiale del 2014, non restava che iniziare a pensare come diventare allenatore di calcio professionista ed organizzare una bella vacanza. Per andare sul sicuro insieme ai miei più cari amici partimmo per Barcellona. Non è questo il contesto adatto per raccontare i dettagli di quella gita ma fu uno di quei viaggi che difficilmente dimenticherò per tanti motivi. Eppure quell’anno non potevo minimamente immaginare che da lì a poco sarebbe diventata la città in cui ho iniziato ufficialmente il mio percorso sul come diventare allenatore di calcio. Rambla, Camp Nou, Barceloneta, difficile non notare questa città. 

Terminata l’estate, rientro a Parma per sostenere un esame a settembre il quale, una volta superato, mi avrebbe dato la possibilità di accedere di diritto alla sessione straordinaria dedicata ai laureandi di novembre. 

Non ricordo minimamente il nome della materia ma del prof. sì, Zuppiroli (dopo spiegherò perché). C’entrava l’ambito della gestione aziendale o della filiera. L’esame è orale, argomento a piacere e fine, una formalità insomma. 

Studiare è sempre stato alquanto complicato, più nella volontà che nella comprensione. Per fortuna non sono l’unico. La sessione di settembre era pesantissima per me, dover riprendere i ritmi di studio ad agosto era sempre stata una follia. L’unico modo per superare quell’esame era scegliere l’argomento più semplice e studiarlo a memoria. Tra le distrazioni dei miei pensieri rimbombava sempre la domanda di Greatti “NON E’ CHE VUOI SAPERE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO?”

Andai all’esame sereno convinto di sapere bene quello che stavo portando. Ascoltando i colleghi la media voti era 28,29 e 30. Ottimo pensai!

Mi siedo, spiego l’argomento a piacere ed inizio a parlare. Prof. Zuppiroli mi guardava fisso negli occhi fino a quando mi fece una domanda alla quale non seppi rispondere bene. Cercavo sempre di “vendere” parole o termini a caso per far vedere che avevo studiato ma il Prof. niente.

Dopo 10 minuti, finisce l’esame. (Non 53 come Diritto Commerciale)

Prima del voto Zuppiroli mi dice: “Sig. Pellegrino, già ci sono i politici che fanno i comizi e dicono le cose preparate senza un minimo di intelligenza. Non faccia il politico, lei è molto di più. Per questo le do 23, come insegnamento. È libero di rifiutare.” Io: “Prof. grazie dell’insegnamento ma mi dica dove devo firmare perché a novembre vorrei laurearmi.” Firmai, e presi la materia. Contentissimo ovviamente. Il mio piano era quasi funzionato. 

ALLENATORE DI CALCIO

QUALE INSEGNAMENTO MI HA DATO IL PROF. ZUPPIROLI NEL CAPIRE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO?

Fino a quel momento il prof. mi era sembrato l’unico che per un momento “si tolse” le vesti del docente per farmi un discorso tra “umani” o tra “saggio maestro e allievo”. A quella frase ci pensai a mente fredda ma più che altro anche negli anni successivi quando ho assunto il ruolo da allenatore di calcio. Premetto che non capisco molto di politica e sui comizi credo poco. Ma…

Nel processo di apprendimento su come diventare allenatore di calcio bisogna sapere che a volte è necessario accettare compromessi, gestire situazioni particolari ma soprattutto saper parlare. Riconosco di avere una dote tendenzialmente persuasiva il che risulta essere un vantaggio nel contesto lavorativo. E’ giusto prepararsi i discorsi? Oppure è meglio improvvisare? Per me la risposta sta nel mezzo.

Il prof. Zuppiroli voleva dirmi: “Ok studiare hai studiato ma fammi vedere che hai capito di cosa parli”.

Ecco la chiave per capire come diventare allenatore di calcio: bisogna saper trasmettere i concetti non tanto teorici ma pratici, ai calciatori che siano giovani o professionisti bisogna arrivare al dunque! Non sono interessati a quanta teoria tu sappia, vogliono capire cosa devono fare in campo!

Fu un grande insegnamento quello che mi diede il prof. ho poco da argomentare aveva ragione e la cosa l’ho sperimentata sul campo. Teoria SI’ ma spiegata in modo CORRETTO!

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IL PERCORSO DI SP

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO. CAPITOLO 4: VENTIQUATTORDICI 2° PARTE: COMMERCIALE

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO? PRIMA DIRITTO COMMERCIALE E POI… L’ESTATE

Era il 14 giugno del 2014, la prima partita dell’Italia ai mondiali in Brasile contro l’Inghilterra. C’era un atmosfera particolare, in piena notte tutte le luci dei palazzi accesi a guardare la televisione. Io ero a casa di Antonino (che poi diventerà il mio vice) ma mica eravamo solo in due, c’erano almeno 15 persone se non di più. Birre, patatine, pizze, bandiere e tanta tensione. Convinti che quella partita era decisiva considerando che nel girone c’erano anche Costa Rica e Uruguay.

Difficile dimenticarsi di quel 2-1 e il goal di Marchisio su schema da calcio d’angolo!

Per fortuna quella partita fu di notte quindi potetti studiare marketing regolarmente tutto il giorno. A differenza delle partite con Costa Rica e Uruguay giocate nel nostro pomeriggio. Come ben sapete, uscimmo clamorosamente ai gironi perdendo entrambe le partite.

Quella è stata una grande delusione, non tanto per l’eliminazione in sé ma per la prestazione. Ricordo che scrissi un lunghissimo post su Facebook dove evidenziavo una serie di problematiche inerenti al sistema ma anche all’aspetto del gioco o dell’allenatore. “NON E’ CHE VUOI SAPERE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO??”

La famosa domanda che mi fece Paolo Greatti al workshop a cui avevo partecipato. E ogni tanto mi chiedevo come diventare allenatore di calcio…Quel lungo post riportava tutta l’amarezza che avevo cercando di essere dettagliato per dare chiarezza nei confronti dei lettori. Mi misero 3 like e nessun commento (effettivamente era troppo troppo lungo!)

Beh ma la buona notizia era che non avevo più distrazioni quindi potevo sostenere l’esame di diritto commerciale!! Primi di luglio, gara secca: IO vs Prof. Magnani. Nessun ritorno, dentro o fuori. Dal 18 in su sarebbe stata in discesa per laurearmi a novembre, sotto al 18 rischio molto elevato di non laurearmi per tempo. L’esame col prof. durava mediamente 15-20 minuti, 25 a stare larghi. Il mio durò 53 minuti.

Non l’avevo mica cronometrato, un mio collega di corso si avvicinò a me mostrandomi il suo telefono e mi ha detto “guarda quanto ti ha tenuto!” Ricordo cosa mi disse Magnani…: “Guardi Sergio, io vedo che le cose le sa ma questo esame non mi è piaciuto, può prendere molto di più. Io più di 20 non posso darle” Io: “Guardi Prof., la ringrazio per la fiducia ma se lei mi mette 20 e poi firmo a me mancherebbero due materie il che significherebbe laurearmi a Novembre”. Prof. Magnani: “Allora in bocca al lupo per novembre, metta una firma qui accanto”. Una delle firme più soddisfacenti che ho fatto in tutta la mia vita.

ADESSO UN PO’ DI RELAX E SOPRATTUTTO CAPIRE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO PROFESSIONISTA

Il miglior studio era intanto vedere le partite quindi semifinale e finale del mondiale in santa pace, senza pensieri rivolti allo studio di materie poco leggere. Capire come diventare allenatore di calcio e il ruolo annesso mi aveva sempre affascinato, non solo nella sua funzione prettamente di tattica o tecnica di squadra ma soprattutto sulla parte gestionale. Ci fu quel Brasile-Germania 1-7 che fece la storia del calcio.

L’aspetto che mi colpì maggiormente era come i tedeschi continuavano ad attaccare il rivale nonostante fossero già avanti di tre o quattro goal di scarto. Volevano annientarli. Ci furono alcune polemiche in merito, in cui si contestava all’allenatore Low la necessità di dover infliggere ancora sui rivali.

Lui rispose che la maggior forma di rispetto verso il rivale è continuare a giocare nel pieno delle proprie possibilità. Se loro avessero abbassato i ritmi e l’intensità di gioco, non avrebbero mostrato rispetto nei confronti del proprio avversario.

Allenatore di calcio

Ammirai la risposta del tecnico tedesco, ma anche di tanti altri che la pensavano esattamente come lui.

Forse quella fu una delle prime “lezioni” che stavo sostenendo inconsciamente per definire la mia filosofia sul come diventare allenatore di calcio.

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IL PERCORSO DI SP

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO CAPITOLO 3: VENTIQUATTORDICI 1° PARTE: IL PIANO

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO? C’ERANO ALTRE PRIORITA’

Il 2014 fu un anno difficile da dimenticare. Mi ero prefissato come obiettivo quello di laurearmi entro la fine dello stesso per non andare fuori corso. La mia situazione con gli esami da conseguire era borderline ma se avessi rispettato la tabella di marcia avrei potuto farcela. Onestamente non dedicai molto tempo a capire come diventare allenatore di calcio perché ci tenevo a completare in tempo quel percorso di laurea iniziato tre anni prima.

Per laurearmi mi dovevo effettuare cinque esami ovvero Marketing Operativo, Diritto Commerciale, Marketing Integrato, Marketing Internazionale e la materia a scelta di cui nemmeno ricordo il nome. Il piano era quanto segue: per fine maggio dovevo assolutamente superare i due esami di Marketing sui tre rimanenti in modo da avere il tempo per l’ultimo appello dei primi di luglio per poi dare l’esame di Diritto Commerciale.

Se avessi superato indenne questa sessione mi sarei trovato a settembre con due esami rimanenti, sapendo che ne bastava superare uno per accedere all’appello straordinario di ottobre messo a disposizione ai laureandi della sessione di laurea di Novembre e magari nella pausa estiva, avrei avuto il tempo di capire come diventare allenatore di calcio professionista. Difficile ma non impossibile

Ostacoli e distrazioni dietro l’angolo:

Partite di Serie A

Partite di Champions league 

Feste in casa

Sessioni di laurea del mese di Marzo dei miei amici più cari… ma anche di quelli meno

Feste in discoteca 

Cene varie

E soprattutto, il mondiale in Brasile durante la sessione estiva determinante per le sorti del mio progetto di laurea!

Potete capire che il pensiero su come diventare allenatore di calcio era alquanto remoto…

Ovviamente fino a Marzo non ho studiato nulla! Era tipica tradizione di chi completava la sessione invernale a febbraio quindi bisognava riprendersi in qualche modo. Avevo molta fiducia nelle mie capacità. D’altronde non ero interessato ai voti alti ma solo a superare l’esame. In fondo il nostro sistema di insegnamento ti dice come ottenere la sufficienza piuttosto che capirne il significato della materia stessa. 

Erano belli quegli anni. Non c’erano particolari pensieri se non appunto quelli di studiare e prendere almeno un 18. Per la prima volta vivevo l’atmosfera degli amici che si laureano, tra i quali il mio coinquilino nonché uno dei miei migliori amici. 

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO ERA UN LONTANO PENSIERO…

Nella settimana delle sessioni di laurea, specialmente quelle di economia, Parma si fermava. I laureati travestiti, gli amici che cantano per strada, le cene e i festeggiamenti. Come si poteva studiare, anche volendo era impossibile! E poi ero conosciuto da parecchie persone…

Finita la sessione di Marzo non avevo più scuse, dovevo iniziare a studiare. Sapevo quanto l’Italia ai mondiali sarebbe stata una distrazione e di riflesso potevano aumentare i miei pensieri su come diventare allenatore di calcio e quindi era fondamentale superare i due esami di marketing di fine maggio prima dell’inizio della manifestazione. Pur di essere produttivo ricordo che un paio di mattine, presi delle Red Bull per stare sveglio e attivo ma dovetti lasciar perdere poco dopo. Avevo pure tentato di registrarmi mentre leggevo i riassunti con l’idea di addormentarmi con le cuffie, ascoltando quello che avrei dovuto imparare per gli esami. Questo metodo fu più funzionale! 

Arrivato a fine maggio ero pronto per sostenere gli esami di marketing integrato e marketing internazionale. Tra uno e l’altro, fortunatamente, avevo un paio di giorni di distanza. Superati entrambi! Era inizio giugno, avevo un mese di tempo per preparare l’esame di Diritto Commerciale e cominciò il Mondiale in Brasile.

L’esame di Commerciale era complesso non tanto per i concetti in sé ma per il numero di argomenti da ricordare. Un manuale di quasi 400 pagine. L’esame però era orale. Il prof. mi piaceva molto perché era pratico (io adoro le persone pratiche, difatti la mia praticità ha caratterizzato il mio percorso su come diventare allenatore di calcio ). Dovevo evitare la sua assistente che bocciava circa l’80% degli studenti. Iniziai a studiare quella materia, fu un percorso interiore e pensavo che da lì a pochi mesi avrei potuto completare il mio percorso di studi. C’era un velo di malinconia e poi… la nazionale. 

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COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO. CAPITOLO 2: LA GRANDE DOMANDA

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO? UNA DOMANDA CHE INIZIAI A PORMI..

Ricordo ancora quel viaggio di ritorno, era nel Dicembre del 2013 poco prima delle vacanze di Natale. Rientravo col valigione a casa, treno regionale Reggio-Emilia – Milano Centrale per poi andare a Monza. Posto vicino al finestrino, un classico per pensare meglio ed arrivare a conclusioni!

“Ma sei sicuro che non vuoi sapere come diventare allenatore di calcio?” Mi rimbalzava nella testa questa domanda di Greatti. A 22 anni non pensi molto a cosa vuoi fare da grande, ci sono altre priorità ma quella domanda effettivamente mi fece riflettere. Forse per la prima volta mi chiesi cosa volessi fare da grande ed iniziai a pensare come diventare allenatore di calcio professionista.

Ero davvero entusiasta di quel workshop perché mi sentivo totalmente realizzato, pensavo a tutti quegli aspetti di tattica di squadra o a come potevano essere migliorate le squadre. Avevo appreso qualcosa che riusciva a darmi una spiegazione chiara del gioco, una chiave di lettura più dettagliata e professionale. Un qualcosa di quasi matematico (che pensandoci ora mi fa abbastanza rabbrividire da non amante della matematica e dalla visione che ho attualmente da allenatore di calcio professionista!)

Pressing a differenti altezze, uscita della palla, marcatura a uomo, come organizzare il corner a favore ed a sfavore, etc. tutti concetti che trovavo parecchio affascinanti e con una grande voglia di approfondirli!

“COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO?”

Immerso tra i mille pensieri cominciai a chiedermi: “Come diventare allenatore di calcio?” e di conseguenza la risposta che mi diede l’avv. Cataliotti: “Se vuoi fare l’agente devi dare l’esame FIFA, se vuoi fare l’osservatore a breve la FIGC attiverà dei corsi, se invece vuoi diventare allenatore di calcio devi avere le licenze UEFA”

“Quindi ho bisogno delle licenze UEFA. Dove le posso ottenere?” “Chiama il settore tecnico della FIGC e ti diranno cosa devi fare per iscriverti ai corsi!”. Durante il viaggio in treno, feci un confronto tra i miei pensieri “pre” workshop e “post” workshop.

PRE: “Vado lì così imparo a fare l’osservatore”. “Vado lì così se voglio diventare un agente FIFA saprò quale deve essere il percorso da intraprendere”. “Vado lì così potrò capire cosa serve ad un allenatore per svolgere al meglio il proprio lavoro”. POST: “Ho bisogno delle licenze UEFA” Ecco la prima risposta.

Ero entrato totalmente nella testa di un allenatore e pensavo come diventare allenatore di calcio e soprattutto a quante cose bisognava considerare per far giocare la squadra in un certo modo. Come attaccare, quando difendere o come difendere e quando attaccare. Concetti troppo generali che meritavano un approfondimento, forse anche uno studio più adeguato per capirne le dinamiche di gioco. Gli allenatori di calcio più in voga dell’epoca erano Conte, Guardiola, Mourinho e Klopp. Mi chiedevo a quanti fattori dovessero analizzare e soprattutto, quante persone lavoravano per loro affinché potessero raggiungere i risultati sportivi che stavano ottenendo con le loro squadre.

Allenatore di calcio

Tornato a casa ricordo che dopo cena uscii con i miei amici per raccontargli questa esperienza. C’era tanta curiosità nel capire cosa ci fosse dietro a quello che vedevamo in tv. Dissi: “Ragazzi, capire come diventare allenatore di calcio è un delirio ma mi è piaciuto veramente tanto capire che tipo di lavoro viene effettuato a livello professionale”.

La cosa che mi fece riflettere maggiormente fu la quantità di aspetti da tenere in considerazione nell’analisi della partita. Istintivamente pensai: “Ecco, tipico di noi italiani, TATTICA SU TATTICA SU TATTICA”. Che per carità, condivido e ritengo un aspetto fondamentale nel gioco del calcio ma far girare tutto intorno a questo, forse è anche troppo. “Ma quante cose pensa un allenatore di calcio??” Tante pensai ma la cosa non mi turbava e da buon “Pesci” è abbastanza normale!

Fu una giornata che non dimenticherò perché da quel momento in maniera inconscia, cominciarono a cambiare le mie percezioni sul percorso personale e professionale del futuro…

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COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO CAPITOLO 1: IL WORKSHOP

UN SOGNO TRA I BANCHI DELL’UNIVERSITA’ ED IL PENSIERO DI COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO

All’età di 20 anni non avevo ancora deciso cosa voler fare nella mia vita quindi l’idea di sapere come diventare allenatore di calcio era alquanto remota.

La questione purtroppo o per fortuna è abbastanza normale se non hai un percorso familiare già avviato. Mio padre è un postino da più di 30 anni mentre mia madre insegna alle scuole superiori. Se avessi voluto lavorare in posta o fare l’insegnante non avrei avuto particolari problemi ma non era quello che mi immaginavo per il mio futuro. Non sono mai stato un grande studioso e non lo sarò mai se pensassi di dovermi mettere tra i libri ed apprendere concetti prettamente teorici, quindi non avevo messo in conto di dover fare l’Università. Mia madre però mi convinse.

Inizialmente volevo iscrivermi a scienze motorie che forse mi avrebbe aiutato a capire prima come diventare allenatore di calcio ma economia mi avrebbe assicurato una stabilità per il futuro (almeno, così credevo). In quel periodo immaginavo un percorso come manager nel calcio, nulla più. Fatte le dovute riflessioni, faccio la domanda per il test di ammissione alla facoltà di Economia e Marketing presso l’Università degli Studi di Parma e nel settembre del 2011 mi trasferisco appunto nella città emiliana.

Da buon ventenne ero totalmente spensierato, pensavo solo a studiare prima delle sessioni di esame, senza imparare molto. Frequentavo le lezioni ma con quel deficit di attenzione che ha sempre condizionato il mio percorso scolastico. E quindi durante le ore Matematica, Storia Economica, Economia Politica etc… Cominciavano i miei viaggi mentali nella mia proiezione da manager di calcio. Quest’ultimo era ancora una semplice passione, poiché guardavo tutto con gli occhi da tifoso. Questi pensieri erano ricorrenti e cercavo sempre di perfezionarli fino a quando cominciai ad immedesimarmi nell’aspetto del gioco e nel capire come diventare allenatore di calcio.

Considerata la situazione decisi così di iscrivermi ad un Workshop da osservatore di squadre avversarie, organizzato dall’Avvocato Jean-Christophe Cataliotti.

Ricordo che presi il treno delle 8 per essere nell’aula di un Hotel di Reggio Emilia alle 9. Mai tanta dedizione e senso del sacrificio fino a quel momento. Al contrario di quanto facevo a scuola, mi misi in prima fila. Ero davvero interessato a quel workshop. Fu un’emozione fortissima, stavo facendo su qualcosa che mi piaceva veramente.

Allenatore di calcio

La giornata era suddivisa in due parti: nella prima parte l’avvocato ci spiegò tutto quello che dovevamo sapere sul regolamento FIFA per il trasferimento dei giocatori, in particolare le regole sui minorenni mentre nella seconda parte Paolo Greatti fece una lezione su come osservare le squadre rivali. Presi appunti su qualsiasi cosa e ne volevo sapere di più.

Ricordo che finito l’incontro andai inizialmente da Greatti e gli chiesi: “Quali sono i principi collettivi di squadra del Vicenza”? (Era la squadra che stavamo analizzando). Saggiamente Greatti mi rispose e mi diede i suoi punti di vista. Ci lasciarono 20 minuti per completare il lavoro. Una volta terminato abbiamo consegnato l’analisi. Io mi ero appuntato in un altro foglio le annotazioni che avevo fatto durante l’analisi. Tornai da Greatti e gli chiesi: “In che modo possiamo effettuare un attacco per mettere in difficoltà i terzini?” E lui mi rispose chiedendomi:

“MA PER CASO VUOI SAPERE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO?”

Pensavo fosse una domanda ironica e con una risata tornai presi le mie cose e mi avviai verso una stanza dove ci avrebbero consegnato un attestato di frequenza firmato da Cataliotti. L’avvocato firma il diploma me lo consegna e mi ringrazia per la partecipazione. Ero l’ultimo ad andar via quindi ero solo nella stanza. Nel frattempo passò Greatti che facendo una battuta all’avvocato disse: “Abbiamo un futuro tattico forse dovremmo spiegargli come diventare allenatore di calcio” “Ah sì?” Rispose l’avvocato. E io dissi “Chissà, non mi sento di escluderlo!”

Nel viaggio di ritorno quel pensiero su come diventare allenatore di calcio non era più solamente un semplice pensiero.