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COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO. CAPITOLO 4: VENTIQUATTORDICI 2° PARTE: COMMERCIALE

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO? PRIMA DIRITTO COMMERCIALE E POI… L’ESTATE

Era il 14 giugno del 2014, la prima partita dell’Italia ai mondiali in Brasile contro l’Inghilterra. C’era un atmosfera particolare, in piena notte tutte le luci dei palazzi accesi a guardare la televisione. Io ero a casa di Antonino (che poi diventerà il mio vice) ma mica eravamo solo in due, c’erano almeno 15 persone se non di più. Birre, patatine, pizze, bandiere e tanta tensione. Convinti che quella partita era decisiva considerando che nel girone c’erano anche Costa Rica e Uruguay.

Difficile dimenticarsi di quel 2-1 e il goal di Marchisio su schema da calcio d’angolo!

Per fortuna quella partita fu di notte quindi potetti studiare marketing regolarmente tutto il giorno. A differenza delle partite con Costa Rica e Uruguay giocate nel nostro pomeriggio. Come ben sapete, uscimmo clamorosamente ai gironi perdendo entrambe le partite.

Quella è stata una grande delusione, non tanto per l’eliminazione in sé ma per la prestazione. Ricordo che scrissi un lunghissimo post su Facebook dove evidenziavo una serie di problematiche inerenti al sistema ma anche all’aspetto del gioco o dell’allenatore. “NON E’ CHE VUOI SAPERE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO??”

La famosa domanda che mi fece Paolo Greatti al workshop a cui avevo partecipato. E ogni tanto mi chiedevo come diventare allenatore di calcio…Quel lungo post riportava tutta l’amarezza che avevo cercando di essere dettagliato per dare chiarezza nei confronti dei lettori. Mi misero 3 like e nessun commento (effettivamente era troppo troppo lungo!)

Beh ma la buona notizia era che non avevo più distrazioni quindi potevo sostenere l’esame di diritto commerciale!! Primi di luglio, gara secca: IO vs Prof. Magnani. Nessun ritorno, dentro o fuori. Dal 18 in su sarebbe stata in discesa per laurearmi a novembre, sotto al 18 rischio molto elevato di non laurearmi per tempo. L’esame col prof. durava mediamente 15-20 minuti, 25 a stare larghi. Il mio durò 53 minuti.

Non l’avevo mica cronometrato, un mio collega di corso si avvicinò a me mostrandomi il suo telefono e mi ha detto “guarda quanto ti ha tenuto!” Ricordo cosa mi disse Magnani…: “Guardi Sergio, io vedo che le cose le sa ma questo esame non mi è piaciuto, può prendere molto di più. Io più di 20 non posso darle” Io: “Guardi Prof., la ringrazio per la fiducia ma se lei mi mette 20 e poi firmo a me mancherebbero due materie il che significherebbe laurearmi a Novembre”. Prof. Magnani: “Allora in bocca al lupo per novembre, metta una firma qui accanto”. Una delle firme più soddisfacenti che ho fatto in tutta la mia vita.

ADESSO UN PO’ DI RELAX E SOPRATTUTTO CAPIRE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO PROFESSIONISTA

Il miglior studio era intanto vedere le partite quindi semifinale e finale del mondiale in santa pace, senza pensieri rivolti allo studio di materie poco leggere. Capire come diventare allenatore di calcio e il ruolo annesso mi aveva sempre affascinato, non solo nella sua funzione prettamente di tattica o tecnica di squadra ma soprattutto sulla parte gestionale. Ci fu quel Brasile-Germania 1-7 che fece la storia del calcio.

L’aspetto che mi colpì maggiormente era come i tedeschi continuavano ad attaccare il rivale nonostante fossero già avanti di tre o quattro goal di scarto. Volevano annientarli. Ci furono alcune polemiche in merito, in cui si contestava all’allenatore Low la necessità di dover infliggere ancora sui rivali.

Lui rispose che la maggior forma di rispetto verso il rivale è continuare a giocare nel pieno delle proprie possibilità. Se loro avessero abbassato i ritmi e l’intensità di gioco, non avrebbero mostrato rispetto nei confronti del proprio avversario.

Allenatore di calcio

Ammirai la risposta del tecnico tedesco, ma anche di tanti altri che la pensavano esattamente come lui.

Forse quella fu una delle prime “lezioni” che stavo sostenendo inconsciamente per definire la mia filosofia sul come diventare allenatore di calcio.

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COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO CAPITOLO 3: VENTIQUATTORDICI 1° PARTE: IL PIANO

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO? C’ERANO ALTRE PRIORITA’

Il 2014 fu un anno difficile da dimenticare. Mi ero prefissato come obiettivo quello di laurearmi entro la fine dello stesso per non andare fuori corso. La mia situazione con gli esami da conseguire era borderline ma se avessi rispettato la tabella di marcia avrei potuto farcela. Onestamente non dedicai molto tempo a capire come diventare allenatore di calcio perché ci tenevo a completare in tempo quel percorso di laurea iniziato tre anni prima.

Per laurearmi mi dovevo effettuare cinque esami ovvero Marketing Operativo, Diritto Commerciale, Marketing Integrato, Marketing Internazionale e la materia a scelta di cui nemmeno ricordo il nome. Il piano era quanto segue: per fine maggio dovevo assolutamente superare i due esami di Marketing sui tre rimanenti in modo da avere il tempo per l’ultimo appello dei primi di luglio per poi dare l’esame di Diritto Commerciale.

Se avessi superato indenne questa sessione mi sarei trovato a settembre con due esami rimanenti, sapendo che ne bastava superare uno per accedere all’appello straordinario di ottobre messo a disposizione ai laureandi della sessione di laurea di Novembre e magari nella pausa estiva, avrei avuto il tempo di capire come diventare allenatore di calcio professionista. Difficile ma non impossibile

Ostacoli e distrazioni dietro l’angolo:

Partite di Serie A

Partite di Champions league 

Feste in casa

Sessioni di laurea del mese di Marzo dei miei amici più cari… ma anche di quelli meno

Feste in discoteca 

Cene varie

E soprattutto, il mondiale in Brasile durante la sessione estiva determinante per le sorti del mio progetto di laurea!

Potete capire che il pensiero su come diventare allenatore di calcio era alquanto remoto…

Ovviamente fino a Marzo non ho studiato nulla! Era tipica tradizione di chi completava la sessione invernale a febbraio quindi bisognava riprendersi in qualche modo. Avevo molta fiducia nelle mie capacità. D’altronde non ero interessato ai voti alti ma solo a superare l’esame. In fondo il nostro sistema di insegnamento ti dice come ottenere la sufficienza piuttosto che capirne il significato della materia stessa. 

Erano belli quegli anni. Non c’erano particolari pensieri se non appunto quelli di studiare e prendere almeno un 18. Per la prima volta vivevo l’atmosfera degli amici che si laureano, tra i quali il mio coinquilino nonché uno dei miei migliori amici. 

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO ERA UN LONTANO PENSIERO…

Nella settimana delle sessioni di laurea, specialmente quelle di economia, Parma si fermava. I laureati travestiti, gli amici che cantano per strada, le cene e i festeggiamenti. Come si poteva studiare, anche volendo era impossibile! E poi ero conosciuto da parecchie persone…

Finita la sessione di Marzo non avevo più scuse, dovevo iniziare a studiare. Sapevo quanto l’Italia ai mondiali sarebbe stata una distrazione e di riflesso potevano aumentare i miei pensieri su come diventare allenatore di calcio e quindi era fondamentale superare i due esami di marketing di fine maggio prima dell’inizio della manifestazione. Pur di essere produttivo ricordo che un paio di mattine, presi delle Red Bull per stare sveglio e attivo ma dovetti lasciar perdere poco dopo. Avevo pure tentato di registrarmi mentre leggevo i riassunti con l’idea di addormentarmi con le cuffie, ascoltando quello che avrei dovuto imparare per gli esami. Questo metodo fu più funzionale! 

Arrivato a fine maggio ero pronto per sostenere gli esami di marketing integrato e marketing internazionale. Tra uno e l’altro, fortunatamente, avevo un paio di giorni di distanza. Superati entrambi! Era inizio giugno, avevo un mese di tempo per preparare l’esame di Diritto Commerciale e cominciò il Mondiale in Brasile.

L’esame di Commerciale era complesso non tanto per i concetti in sé ma per il numero di argomenti da ricordare. Un manuale di quasi 400 pagine. L’esame però era orale. Il prof. mi piaceva molto perché era pratico (io adoro le persone pratiche, difatti la mia praticità ha caratterizzato il mio percorso su come diventare allenatore di calcio ). Dovevo evitare la sua assistente che bocciava circa l’80% degli studenti. Iniziai a studiare quella materia, fu un percorso interiore e pensavo che da lì a pochi mesi avrei potuto completare il mio percorso di studi. C’era un velo di malinconia e poi… la nazionale. 

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COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO. CAPITOLO 2: LA GRANDE DOMANDA

COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO? UNA DOMANDA CHE INIZIAI A PORMI..

Ricordo ancora quel viaggio di ritorno, era nel Dicembre del 2013 poco prima delle vacanze di Natale. Rientravo col valigione a casa, treno regionale Reggio-Emilia – Milano Centrale per poi andare a Monza. Posto vicino al finestrino, un classico per pensare meglio ed arrivare a conclusioni!

“Ma sei sicuro che non vuoi sapere come diventare allenatore di calcio?” Mi rimbalzava nella testa questa domanda di Greatti. A 22 anni non pensi molto a cosa vuoi fare da grande, ci sono altre priorità ma quella domanda effettivamente mi fece riflettere. Forse per la prima volta mi chiesi cosa volessi fare da grande ed iniziai a pensare come diventare allenatore di calcio professionista.

Ero davvero entusiasta di quel workshop perché mi sentivo totalmente realizzato, pensavo a tutti quegli aspetti di tattica di squadra o a come potevano essere migliorate le squadre. Avevo appreso qualcosa che riusciva a darmi una spiegazione chiara del gioco, una chiave di lettura più dettagliata e professionale. Un qualcosa di quasi matematico (che pensandoci ora mi fa abbastanza rabbrividire da non amante della matematica e dalla visione che ho attualmente da allenatore di calcio professionista!)

Pressing a differenti altezze, uscita della palla, marcatura a uomo, come organizzare il corner a favore ed a sfavore, etc. tutti concetti che trovavo parecchio affascinanti e con una grande voglia di approfondirli!

“COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO?”

Immerso tra i mille pensieri cominciai a chiedermi: “Come diventare allenatore di calcio?” e di conseguenza la risposta che mi diede l’avv. Cataliotti: “Se vuoi fare l’agente devi dare l’esame FIFA, se vuoi fare l’osservatore a breve la FIGC attiverà dei corsi, se invece vuoi diventare allenatore di calcio devi avere le licenze UEFA”

“Quindi ho bisogno delle licenze UEFA. Dove le posso ottenere?” “Chiama il settore tecnico della FIGC e ti diranno cosa devi fare per iscriverti ai corsi!”. Durante il viaggio in treno, feci un confronto tra i miei pensieri “pre” workshop e “post” workshop.

PRE: “Vado lì così imparo a fare l’osservatore”. “Vado lì così se voglio diventare un agente FIFA saprò quale deve essere il percorso da intraprendere”. “Vado lì così potrò capire cosa serve ad un allenatore per svolgere al meglio il proprio lavoro”. POST: “Ho bisogno delle licenze UEFA” Ecco la prima risposta.

Ero entrato totalmente nella testa di un allenatore e pensavo come diventare allenatore di calcio e soprattutto a quante cose bisognava considerare per far giocare la squadra in un certo modo. Come attaccare, quando difendere o come difendere e quando attaccare. Concetti troppo generali che meritavano un approfondimento, forse anche uno studio più adeguato per capirne le dinamiche di gioco. Gli allenatori di calcio più in voga dell’epoca erano Conte, Guardiola, Mourinho e Klopp. Mi chiedevo a quanti fattori dovessero analizzare e soprattutto, quante persone lavoravano per loro affinché potessero raggiungere i risultati sportivi che stavano ottenendo con le loro squadre.

Allenatore di calcio

Tornato a casa ricordo che dopo cena uscii con i miei amici per raccontargli questa esperienza. C’era tanta curiosità nel capire cosa ci fosse dietro a quello che vedevamo in tv. Dissi: “Ragazzi, capire come diventare allenatore di calcio è un delirio ma mi è piaciuto veramente tanto capire che tipo di lavoro viene effettuato a livello professionale”.

La cosa che mi fece riflettere maggiormente fu la quantità di aspetti da tenere in considerazione nell’analisi della partita. Istintivamente pensai: “Ecco, tipico di noi italiani, TATTICA SU TATTICA SU TATTICA”. Che per carità, condivido e ritengo un aspetto fondamentale nel gioco del calcio ma far girare tutto intorno a questo, forse è anche troppo. “Ma quante cose pensa un allenatore di calcio??” Tante pensai ma la cosa non mi turbava e da buon “Pesci” è abbastanza normale!

Fu una giornata che non dimenticherò perché da quel momento in maniera inconscia, cominciarono a cambiare le mie percezioni sul percorso personale e professionale del futuro…

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COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO, IL MIO PERCORSO CAPITOLO 1: IL WORKSHOP

UN SOGNO TRA I BANCHI DELL’UNIVERSITA’ ED IL PENSIERO DI COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO

All’età di 20 anni non avevo ancora deciso cosa voler fare nella mia vita quindi l’idea di sapere come diventare allenatore di calcio era alquanto remota.

La questione purtroppo o per fortuna è abbastanza normale se non hai un percorso familiare già avviato. Mio padre è un postino da più di 30 anni mentre mia madre insegna alle scuole superiori. Se avessi voluto lavorare in posta o fare l’insegnante non avrei avuto particolari problemi ma non era quello che mi immaginavo per il mio futuro. Non sono mai stato un grande studioso e non lo sarò mai se pensassi di dovermi mettere tra i libri ed apprendere concetti prettamente teorici, quindi non avevo messo in conto di dover fare l’Università. Mia madre però mi convinse.

Inizialmente volevo iscrivermi a scienze motorie che forse mi avrebbe aiutato a capire prima come diventare allenatore di calcio ma economia mi avrebbe assicurato una stabilità per il futuro (almeno, così credevo). In quel periodo immaginavo un percorso come manager nel calcio, nulla più. Fatte le dovute riflessioni, faccio la domanda per il test di ammissione alla facoltà di Economia e Marketing presso l’Università degli Studi di Parma e nel settembre del 2011 mi trasferisco appunto nella città emiliana.

Da buon ventenne ero totalmente spensierato, pensavo solo a studiare prima delle sessioni di esame, senza imparare molto. Frequentavo le lezioni ma con quel deficit di attenzione che ha sempre condizionato il mio percorso scolastico. E quindi durante le ore Matematica, Storia Economica, Economia Politica etc… Cominciavano i miei viaggi mentali nella mia proiezione da manager di calcio. Quest’ultimo era ancora una semplice passione, poiché guardavo tutto con gli occhi da tifoso. Questi pensieri erano ricorrenti e cercavo sempre di perfezionarli fino a quando cominciai ad immedesimarmi nell’aspetto del gioco e nel capire come diventare allenatore di calcio.

Considerata la situazione decisi così di iscrivermi ad un Workshop da osservatore di squadre avversarie, organizzato dall’Avvocato Jean-Christophe Cataliotti.

Ricordo che presi il treno delle 8 per essere nell’aula di un Hotel di Reggio Emilia alle 9. Mai tanta dedizione e senso del sacrificio fino a quel momento. Al contrario di quanto facevo a scuola, mi misi in prima fila. Ero davvero interessato a quel workshop. Fu un’emozione fortissima, stavo facendo su qualcosa che mi piaceva veramente.

Allenatore di calcio

La giornata era suddivisa in due parti: nella prima parte l’avvocato ci spiegò tutto quello che dovevamo sapere sul regolamento FIFA per il trasferimento dei giocatori, in particolare le regole sui minorenni mentre nella seconda parte Paolo Greatti fece una lezione su come osservare le squadre rivali. Presi appunti su qualsiasi cosa e ne volevo sapere di più.

Ricordo che finito l’incontro andai inizialmente da Greatti e gli chiesi: “Quali sono i principi collettivi di squadra del Vicenza”? (Era la squadra che stavamo analizzando). Saggiamente Greatti mi rispose e mi diede i suoi punti di vista. Ci lasciarono 20 minuti per completare il lavoro. Una volta terminato abbiamo consegnato l’analisi. Io mi ero appuntato in un altro foglio le annotazioni che avevo fatto durante l’analisi. Tornai da Greatti e gli chiesi: “In che modo possiamo effettuare un attacco per mettere in difficoltà i terzini?” E lui mi rispose chiedendomi:

“MA PER CASO VUOI SAPERE COME DIVENTARE ALLENATORE DI CALCIO?”

Pensavo fosse una domanda ironica e con una risata tornai presi le mie cose e mi avviai verso una stanza dove ci avrebbero consegnato un attestato di frequenza firmato da Cataliotti. L’avvocato firma il diploma me lo consegna e mi ringrazia per la partecipazione. Ero l’ultimo ad andar via quindi ero solo nella stanza. Nel frattempo passò Greatti che facendo una battuta all’avvocato disse: “Abbiamo un futuro tattico forse dovremmo spiegargli come diventare allenatore di calcio” “Ah sì?” Rispose l’avvocato. E io dissi “Chissà, non mi sento di escluderlo!”

Nel viaggio di ritorno quel pensiero su come diventare allenatore di calcio non era più solamente un semplice pensiero.

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CONSIDERAZIONI

IL BLOG PER GLI ALLENATORI DI CALCIO

PERCHE’ UN BLOG PER GLI ALLENATORI DI CALCIO?

Tanti anni fa quando ho iniziato il percorso da allenatore di calcio, ero pieno di tante domande e curiosità ma non sapevo a chi rivolgermi.

Cercavo qualcosa di più preciso o che facesse al caso mio. Dopo numerosissime ricerche su internet, ebbi la fortuna di trovare un signore che si faceva chiamare “Mister Ezio”. Aveva creato un piccolo blog (non curatissimo, sinceramente) in cui dava dei consigli, mettendosi inoltre a totale disposizione degli allenatori di calcio con dubbi o domande da risolvere.

Dopo avergli scritto una lunga e dettagliata mail mi rispose gentilissimo dandomi dei consigli molto utili. Mi ricordo che ero alla mia prima esperienza da allenatore di calcio, allenavo i pulcini di una piccola società di Parma, l’ “Astra Calcio”, che viveva in un contesto parrocchiale. Esattamente era una squadra di pulcini che oggi sono gli attuali 2008.

MA QUALE PROBLEMA AVEVO RISCONTRATO NELLA MIA PRIMA ESPERIENZA DA ALLENATORE DI CALCIO?

Facevo tutto quello che avevo in mente insieme al mio amico Antonino. Applicazione, dedizione, serietà, impegno, idea di gioco e studio. Ma poi il sabato, la nostra “piccola” squadra sentiva la pressione della partita con la tipica paura dei bambini quando giocano quindi goal subiti, partite perse e tanto scoramento. Non capivo dove fosse il problema ma soprattutto non sapevo con chi parlarne. Cercavo qualcuno più esperto di me. E “Mister Ezio” fu di grande aiuto.

Dopo avergli spiegato il problema mi disse:

“Se trasmetti troppa pressione è controproducente. Gli allenatori di calcio professionisti ne danno tanta a giocatori “Élite”, i quali loro stessi a volte incappano in prestazioni sottotono.” “Quindi pensi che se tu lo fai con una squadra di pulcini, loro siano in grado di sostenere tale pressione?” Avevo capito che il problema ero io. Da allenatore di calcio alla prima esperienza avevo rigettato tutto il peso su di loro. Comunicavo loro la voglia di vincere sopra alla formazione del ragazzo, capendo così che stavo facendo inconsciamente dei danni ed intervenni in primis su me stesso.

E POI…?

Il cammino cambiò ed io appresi moltissimo. Non perdemmo più una partita fino ai playoff del campionato ma soprattutto quella squadra era cresciuta in modo esponenziale, non solo nel collettivo ma anche nei singoli c’entrando così il vero obiettivo di un allenatore di calcio che deve formare i ragazzini, cosa che purtroppo non viene molto spiegata ai giovani allenatori soprattutto da certe società.

ALLENATORE DI CALCIO

IL BLOG PER GLI ALLENATORI DI CALCIO

Esattamente come tanti anni fa, vedo tutt’ora molti giovani allenatori di calcio che vogliono aggiornarsi e non sanno dove andare o a chi rivolgersi. Sono inoltre alla ricerca di pareri più professionali ma non riescono ad essere pienamente soddisfatti. Con questo blog voglio prendere il posto di “mister Ezio” ormai in pensione, cercando di fare qualcosa simile alla sua idea in chiave moderna e aggiornata.

Il mio percorso da allenatore di calcio ha preso una piega inaspettata specialmente se penso ai miei inizi, iniziando a intraprendere questa strada verso un sogno ambizioso ma pieno di incertezze.

Un percorso che inizia da Parma dove studiavo Economia e Marketing all’università, passando da Barcellona città in cui ho svolto i corsi da allenatore di calcio ed ottenuto il patentino da allenatore UEFA e, per il momento, mi ha riportato in Italia con la mia licenza UEFA A da allenatore di calcio.

Spero che vi divertiate leggendo questo blog e che sia di spunto per chi volesse iniziare un percorso da allenatore di calcio o che abbia qualsiasi altro tipo di sogno nel cassetto.

SENZA ERRORI, NON PUOI CONOSCERE LA PERFEZIONE

“Marco Pierre White”